E così, domani sarà di nuovo settembre.
Settembre è il “mio” mese, quello in cui sono nata, esattamente il 4 settembre di qualche lustro fa, alle 8.32 del mattino. Vergine ascendente Vergine, secondo alcuni siti, ascendente Bilancia secondo altre autorevoli fonti. Vattela a pesca.
Sono più propensa a pensare di essere Vergine ascendente Vergine, in cui uno annulla l’altro, perché a dire il vero, di tutte le caratteristiche del segno principale, io se me ne riconosco uno o due è già tanto. Sono una Vergine Atipica.
Ad ogni modo, compleanno a parte, settembre per me da sempre rappresenta il vero Capodanno (pensavo di essere solo io a vederla così, invece ho scoperto che è una sensazione piuttosto condivisa), con tutto il corollario di bilanci (quasi sempre un po’ tristarelli), pianificazioni e buoni propositi tipici del 1 gennaio. Ci manca solo che a mezzanotte parta il trenino al ritmo di Brigitte Bardot Bardot, Brigitte béjo béjo…
A proposito di buoni propositi di inizio anno, i miei sono quasi sempre gli stessi; idem per i sogni e le speranze.
Nella top ten delle speranze che rinnovo settembre dopo settembre (ma in realtà, anche a ottobre, novembre, dicembre, ecc) il top dei top rimane un grande classico: vincere la lotteria (o il Super Enalotto, o un Gratta e Vinci “cazzuto”) per dedicarmi finalmente alla “vita del Michelasso“.
Il Michelasso è un personaggio simpaticissimo, che – come la leggenda vuole – amava mangiare, bere e andare a spasso. Le rivisitazioni moderne del mito hanno fatto sì che la rima si sia tramutata in un più triviale “mangiare, bere e fare un ca@@o”, ma il senso non cambia e in ogni caso esprime appieno la mia aspirazione.
La vincita mi renderebbe un “Michelasso in gonnella” ideale, perfettamente in grado di calarsi nella parte, onorando la fama del modello ispiratore.
Un Michelasso però generosissimo e con un grande occhio di riguardo verso gli altri. Lo dico con convinzione di causa, perché ogni volta che la speranza riemerge da sotto le ceneri come la fenice, rieccomi a fare complicati calcoli sulla ripartizione della mia fantomatica vincita multimilionaria.
Mettiamo che fermandomi all’autogrill (perché di solito è lì che si nascondono i “gratta e vinci” fortunati, non certo dal tabaccaio sotto casa), un giorno e per puro caso, grattando grattando con la monetina da 1 cent che si nasconde nel portafoglio e apparentemente inutile, all’improvviso sotto quello spesso strato di argento si svelasse una cifretta senza pretese, una cosuccia da poco. Che ne so, giusto un 4-5 milioncini di euro…
GULPPPPPPPPPP!
Primo, mi verrebbe un colpo, salivazione azzerata e cuore in gola, ma anche in testa e anche altrove. Incapace di muovermi e di favellare, dovrei in ogni caso fare finta di nulla, dissimulare, prima che a qualcuno, capito il barbatrucco, venisse voglia di tirarmelo in testa, il colpo, e fuggire con il mio biglietto vincente.
Con il cuore a mille, dovrei semplicemente fare un paio di telefonate “liberatorie” e poi VIAAAAAAAAA!
Con quella cifra potrei fare qualcosa per me e per gli altri e con quello che avanzerebbe, magari un “paio” di anni sabbatici ci scapperebbero anche.
In testa faccio divisioni, sottrazioni, moltiplicazioni, frazioni ( io che in matematica sono sempre stata una capra fatta e finita: per me la matematica è un’opinione), cercando di capire quanta parte destinare all’acquisto di un guardaroba degno del red carpet più red che ci sia, quanto a viaggi e gite, quanto ad aiutare familiari ed amici, quanto alla beneficenza.
Una volta “aggiustati” tutti, il resto lo userei per vivere tranquilla, in un posto bellissimo, senza pensieri. Sans soucis.
Dite che esiste il rischio di annoiarsi? Io non credo proprio. Michelasso mica si annoiava. E io, da buona discepola, neanche.
A parte che la noia non è di per sé un così grande male, credo che il pericolo in ogni caso non sussisterebbe: non sto dicendo che starei tutto il giorno tutti i giorni sulla stessa spiaggia a contemplare i cocchi. Farei dei bei viaggetti e occuperei il tempo a fare le cose che davvero mi piacciono.
Forte di questa speranza, quindi, e visto che domani sarà di nuovo settembre, oggi penso mi recherò alla privativa vicino all’ufficio e tenterò la fortuna.
Vi terrò informati, ma con discrezione. Male che vada, rileggerete questo post o uno molto simile di nuovo il prossimo settembre.
E con questo… buon Anno Nuovo a tutti!
E vai col trenino!
Brigitte Bardot Bardot, Brigitte béjo béjo…
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