Swimming against the tide, ovvero una vita da pendolare

Ho fatto un rapido calcolo e occhio e croce oggi dovrebbe essere il diecimillesimo giorno (minuto più, minuto meno) della mia vita da pendolare.

È da trentatre anni, fatto salve alcune interruzioni di percorso, che la mia vita si muove sui binari di un treno quasi sempre in ritardo.

Da un rigido gennaio 1985 per l’esattezza, da quando cioè da Milano Città Studi, i parents (cosa gli sarà saltato in mente chi lo sa) ci hanno catapultato a vivere nella Terra di Mezzo, San Zenone al Lambro; ai confini estremi della provincia di Milano a sud, ai confini più settentrionali della provincia di Lodi. Proprio in mezzo. In mezzo… al nulla.

Tonno Insuperabile

Stamattina per le strade di una Bollate pre-ponte del 1 novembre si respirava un’aria in perfetto stile Halloween: nebbia e vie deserte, pochissime macchine in circolazione, atmosfera quasi ovattata, interrotta solo dal tic tac tac tic dei tacchi di qualche sparuto passante.

Uno di quegli sparuti passanti ero io.
Tic tac tac tic, a passo di bersagliere con le mie scarpette dalla punta argentata, in pieno stile Michael Jackson, verso la stazione per prendere il mio passante TreNord.

Nelle cuffie, “Only in dreams“, per sentirmi bene in tema con l’atmosfera un po’ magica.

Only in dreams I’m in dopamine time
It’s in my genes, it get’s extreme
Only in dreams

How did I dream you?
You’re the queen of steel dunes
Look what you done – my colors run
When ever you come to

There’s a vampire in the limousine
Sun’s going down like a symphony
She keeps a guard up while her nails are wet
I don’t want to wake up

(Only in Dreams – Duran Duran)