Un ranocchio verde scrutava con aria interrogativa lo skyline di Milano, fermo immobile sul marciapiede di un vialone cittadino insolitamente deserto (sarà stata l’ora della pennichella pomeridiana?)
“Where is The Princess?”
Un ranocchio verde scrutava con aria interrogativa lo skyline di Milano, fermo immobile sul marciapiede di un vialone cittadino insolitamente deserto (sarà stata l’ora della pennichella pomeridiana?)
“Where is The Princess?”
Due giorni fa, sabato 2 luglio per essere precisi, la mia amica “Somp” ha dato ufficialmente inizio ad un suo grande sogno ed è stato per me un piacere esserci non solo con il pensiero, ma anche di persona, per augurarle tutto il meglio per questa sua piccola ma grande “impresa coraggiosa”.
Perché di questo si tratta, in effetti.
Can you, can you taste the summer?
I do, I find it in your mouthNow if I have a weakness it’s for sweetness
And it’s… floating on your breath, the sweetest melody(Can you taste the Summer – Duran Duran)
… prima che il caldo possa far sparire in un attimo tutta la sua bellezza, voglio presentarvi il mio gelsomino!
Sono particolarmente orgogliosa di quanto sia riuscito a fare, praticamente da solo, visto che a casa spesso ci siamo dimenticati persino della sua esistenza 🙂
L’altro giorno ho mostrato il primo post del blog ad un’amica. Le è piaciuto (pfiuu!), ma subito ha osservato che il nome scelto per questo piccolo progetto personale, a suo modo di vedere, è troppo difficile.
Difficile da ricordare, da pronunciare, da scrivere: sembra “ostrogoto”, secondo lei. Non sarebbe stato meglio un bel “La principessa nascosta nell’attico”? Che bisogno c’era di scomodare l’inglese (perché in effetti è inglese, non ostrogoto!)? Già usiamo così tante parole inglesi ogni giorno, anche quando avremmo un vocabolario italiano di tutto rispetto.
Tutto vero, anzi verissimo. E sì, certo, sarebbe stato più semplice. Ma non sarebbe stata la stessa cosa; non per me, per lo meno.
Non pensavo potesse succedermi, visto che chi mi conosce sa quanto sia una chiacchierona e quanto mi piaccia raccontare anche su carta. Eppure è così. Ce l’ho anch’io: l’incubo del primo post!