L’altro giorno una collega mi ha scritto per cose di lavoro. A termine della sua mail ha aggiunto un P.S. che mi ha fatto sorridere “Bello il tuo blog :)”
L’appunto mi ha fatto enormemente piacere, perché evidentemente la collega – che è entrata da poco in azienda e che non mi conosce per nulla – si è presa la briga di andare a cercare informazioni su di me e di dedicare del tempo a leggermi qui, senza che io le accennassi neanche lontanamente dell’esistenza di questo spazio.
In realtà, ogni tanto qualcuno che faccia capolino e mi chieda “Ma non scrivi più sul tuo blog? Mi piaceva così tanto!” c’è.
Io rimango stupita, perché in effetti è tanto che non pubblico qualcosa e quasi nemmeno mi ricordo di avercelo, sto blog!
Ho in cantiere mille racconti da millemilla mesi eppure mi prende il blocco, trovo che sia tutta fuffa e lascio lì a decantare. D’altra parte, che io sia la Regina del Procrastinare, non so se lo ricordate, lo avevo già scritto
Quando qualcuno mi risveglia dal torpore, allora vado a rileggermi quello che ho scritto nel tempo: Tutta Vanità, solo Vanità?, come cantava Branduardi in quel capolavoro di telefilm che ha segnato la mia infanzia?
No, per niente. Anzi.
Quando capita, vado a spulciare per vedere dove sono stata noiosa, poco vivace, non facile da leggere, tortuosa.
E di materiale ne trovo, in effetti: spesso sono stata troppo contorta, periodi lunghi e arzigogolati, come d’altra parte lo sono i miei pensieri. Qui trovo da tagliare, lì avrei potuto essere più diretta, lì c’è questo, là c’è quello.
A voler ben guardare e sfoderando tutta la pedanteria che da buona nata sotto il segno della Vergine ho in abbondanza quando voglio, ci sarebbe da riscrivere tanto. Non dico tutto, quello no, ma tanto sì.
Ma poi mi fermo. E mi guardo con più indulgenza: in fin dei conti, quelli sono i pensieri che ho prodotto sull’onda dell’entusiasmo, più o meno.
Come adesso. Sto scrivendo finalmente, e lo sto facendo parlando della mia pigrizia nello scrivere. Fantastico!
Come in quasi ogni cosa, lascio che mi guidi l’istinto.
Così, sì, prima o poi tornerò a scrivere. Lo dico per tutti quei pochi che me lo chiedono.
La Principessa nascosta nell’attico sta tornando: non è una promessa, è una minaccia. IhIhIh!
“Looking back, she sees the pattern
Hidden princess in the attic
Realize this picture
That is more than she will hope for
Happy when her heart is jumping
Desperately seeking something
Trying to be strong enough
To choose another road
Runway, runaway, just runaway
Runway, runaway, runaway
Runway, runaway, just runaway
Runway, runaway”(Runway, runaway – Duran Duran)
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