Oggi è uno di quei giorni che se dovessi esprimere a voce alta quello che davvero penso, credo verrei bannata da tutto e tutti.
Lo so, sto scrivendo qualcosa che assomiglia più ad un Tweet, che poi non si dice più così, o a un #thread (che social inutile, per altro! Mi sono iscritta per motivi non ben definiti, ci sto ma non lo uso – un solo post per inveire contro Trenord e non è servito a nulla), non ad un articolo di un blog.
Ma ci ho una tale furia dentro che devo per forza battere sulla tastiera a velocità incontrollata, con il rischio di 439988592 refusi in una sola riga, per liberare tutta questa energia compressa.
Ho letto prima su LinkedIN un post di un fantaghiro-guru, zuppo di retorica stucchevole su quanto sia brutto scagliarsi contro i lunedì, che se lo fai c’è qualcosa che non va. Io il lunedì non lo detesto a prescindere, ma oggi è un lunedì che detesto. Non a prescindere. Lo detesto oggi perché è oggi.
Stamattina svegliarsi è stato un dramma. Ho bruciato le brioche in forno, ho pestato una bella “emme” fumante mentre ero in giro con Jordan a -6 gradi, ho realizzato che alcuni piani che mi ero fatta non potranno essere realizzati perché devo fare i conti con la realtà, ho capito – ma lo sapevo già – che alla fine fai fai fai, ma non serve a nulla, se non per te stesso. Forse. E, comunque, “sti caxxi”.
Sogno il giorno – e magari sarà anche un lunedì – in cui il lunedì non sarà più un dramma, in cui pestare cacche fumanti porterà fortuna, in cui la brioche sarà fragrante, in cui vincerò la lotteria e la sveglia non sarà più un trauma.
Sogno, ma sono desta.
Sempre, anche quando non sembra e la gente scioccamente non lo pensa.
Osservo tutto, fin troppo.
Faccio caso ad ogni cosa, pure la più piccola.
E me la lego al dito: ho dita sottili solo all’apparenza, in realtà sono wurstel ben cicciotti e succulenti.
Un giorno – lo spero – me li mangerò tutti, con tanto di ketchup: farò come la Regina Margherita
Non sarà domani, ma quel giorno arriverà. Intanto, domani è un altro giorno, si vedrà.
From the cradle bars comes a beckoning voice
You’re sent spinning, you have no choice
You hear laughter cracking through the walls
You’re sent spinning, you have no choice
You hear laughter cracking through the walls
You’re sent spinning, you have no choice
Following the footsteps of a rag doll dance
We are entranced, spellbound
Following the footsteps of a rag doll dance
We are entranced, spellbound
Spellbound, spellbound, oh-oh-oh
Spellbound, spellbound
Spellbound, spellbound
(Spellbound – Duran Duran)